“Odiare la plastica” Prof.ssa Kim Ragaert – Università di Ghent (Belgio)

 

“Salve, sono qui con un’omelia. Un’omelia a favore della plastica. Forse vi saresti aspettati che dicessi che la nostra società deve disabituarsi alla plastica.  Ma stasera ho in mente qualcosa di diverso. Sono qui per instillarvi un dubbio. Per raccontarvi una versione dei fatti di cui non si parla nei social media. Perché lo faccio? Perché tutti odiano la plastica. Disprezziamo la plastica, la plastica non è sostenibile. E’ un derivato del petrolio. Abbasso la plastica. Siamo sommersi dai rifiuti di plastica. E’ stata trovata una balena morta sulla spiaggia con 40 Kg di plastica nello stomaco. Leggiamo che se non faremo nulla entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci nell’oceano e la quantità di rifiuti di plastica riversati nell’ambiente è tale che si ipotizza di utilizzarla come indicatore per l’attuale era geologica. Tutto ciò è male, ma siamo davvero imparziali nei confronti della plastica? E’ davvero la plastica che sta distruggendo il pianeta? Vediamo un po’.  Ce l’abbiamo con la plastica perché non si degrada nell’ambiente. E allora? Perché dovrebbe farlo?  I metalli non si degradano nell’ambiente, ma noi non li colpevolizziamo. La plastica è una risorsa, proprio come i metalli e non dovremmo pensare di disperdere risorse nell’ambiente, aspettandoci che spariscano. No, recuperiamole, recicliamole manteniamole nel circuito dei materiali e non nell’ambiente e smettiamola una volta per tutte con questa assurdità della degradazione. Quando parliamo di plastica che non si degrada ci riferiamo in genere agli imballaggi alimentari. Riteniamo che, nella maggior parte dei casi siano inutili. E’ così? Davvero? Facciamo un esempio. Occorrono meno di due grammi di plastica per confezionare un cetriolo. La confezione prolunga la durata di conservazione, ovvero il tempo per il quale si conserverà in frigorifero, di 11 giorni. La durata di conservazione di una bistecca diventa di 26 giorni. Un po’ di plastica ci eviterà di sprecare un sacco di cibo. In media la quantità di CO2 emessa per produrre questo imballaggio di plastica è inferiore al 10% della quantità di CO2 emessa per produrre il cibo. Inoltre, l’imballaggio di plastica previene le emissioni di CO2 impedendo lo spreco di cibo e la quantità di CO2 non emessa è 5 volte superiore a quella emessa per produrlo. A ben vedere la plastica è fantastica. Eppure tutti noi, la maggior parte di tutti noi qui siamo ancora convinti che le alternative alla plastica siano sempre migliori. Perché? Volete fare la cosa giusta per l’ambiente. Quindi prendete decisioni in base a ciò che ritenete giusto senza alcuna prova scientifica, ma solo in base al sentito dire. Questo è quello che chiamiamo folclore ambientalistico, sono leggende che diamo per scontate senza verificare i fatti. Ma i fatti possono essere verificati. Gli scienziati possono fare un confronto obiettivo tra i prodotti prendendo in considerazione non solo la quantità di materiali necessari per qualcosa, ma anche quanto suolo, acqua ed energia saranno consumati nel processo di realizzazione del prodotto. Tutto questo si traduce in un’impronta e se c’è un’impronta dovremmo concentrarsi sulle emissioni di CO2, ma c’è di più. Ha anche effetti sulla salute umana, sullo strato di ozono e sulla qualità della terra e dell’acqua. Quello che noi, voi dovete cogliere da tutto ciò è che la plastica è un materiale resistente e leggero. Ha metà della densità del vetro, più o meno la densità della carta, ma grazie alla sua resistenza possiamo fare imballaggi più sottili rispetto ad altri materiali. Nella quasi totalità dei casi, l’imballaggio di plastica consumerà molto meno risorse e sarà molto più efficiente in termini di trasposto. Siete pronti per qualche numero? Bottiglie, iniziamo da qui. Usiamo circa 24 volte più vetro della plastica per confezionare la stessa quantità di liquidi. E poiché il vetro è più pesante spendiamo quasi il doppio per trasportarlo. Sento già le vostre obiezioni in questo momento. E bottiglie di vetro sono riutilizzabili, giusto? Sì è vero. Ma non all’infinito. Una bottiglia di vetro può essere riutilizzata 8 volte prima che debba essere rifusa in un’altra bottiglia. Ma anche in questo caso sarà necessario utilizzare molta acqua e prodotti chimici aggressivi per la fase della pulizia intermedia. Per onestà si deve dire che possiamo utilizzare le bottiglie 8 volte, per cui questi 24 blocchi si riducono a 3. Ma per essere onesti fino in fondo bisogna dire che anche le bottiglie di plastica vengono riciclate, almeno in Europa. Proviamo a considerare l’ipotesi peggiore, ipotizziamo che solo il 50% delle bottiglie viene riciclato il che significa che possiamo dimezzare la quantità di plastica utilizzata. Quindi anche se prendiamo in considerazione il riutilizzo del vetro usiamo comunque 6 volte più vetro che plastica una quantità enorme di materiale che dovrà poi essere convertito in bottiglie. Il tutto utilizzando energia e acqua ed emettendo CO2. Lo sapevate che il vetro fonde a 1500 gradi centigradi mentre la plastica usata per le bottiglie fonde a 300? La quantità di energia necessaria per produrre bottiglie di vetro è sbalorditiva. Alla fine considerato tutto quanto il vetro non è poi così sostenibile come vorremmo che fosse. Infatti le bottiglie di plastica supportate da un buon programma di riciclaggio e da consumatori, voi e io che ricicliamo effettivamente sono molto meglio per l’ambiente nel suo insieme. BAM. Mito distrutto. E ora? Parliamo di sacchetti. Sacchetti di plastica per la spesa. Intere città e paesi hanno iniziato a vietare del tutto i sacchetti di plastica. Non dovremmo essere così contenti. E vi spiego perché. Facciamo un confronto. Prendiamo l’esempio peggiore in assoluto, una di quelle sottili buste di plastica interamente realizzate con materiali nuovi che gettate via dopo un solo uso. Non siete costretti a farlo, ma supponiamo che lo facciate. Confrontiamo questa soluzione con il miglior scenario possibile per la carta: un sacchetto di carta realizzato interamente con carta riciclata che verrà nuovamente riciclato dopo l’uso. Il sacchetto di plastica pesa 20 grammi, il sacchetto di carta 50. La carta richiede molta più energia per essere prodotta e riciclata. Inoltre consuma acqua, terra e alberi. Se calcoliamo l’impronta di quel minuscolo sacchetto di plastica che buttiamo via, è così piccola che sarebbe necessario riutilizzare il sacchetto di carta 4 volte perché fosse ecologico come il sacchetto di plastica. Siamo onesti, chi di voi usa lo stesso sacchetto di carta 4 volte? Nessuno. Ma a titolo difensivo direte che il robusto shopper di cotone salverà il mondo. La produzione del cotone richiede un utilizzo così intensivo di terreno e di acqua che sarebbe necessario utilizzare lo shopper di cotone oltre 170 volte per giungere a un punto di pareggio ambientale. Se faceste la spesa ogni settimana utilizzando sempre la stessa borsa significherebbe oltre 3 anni di spesa consecutivi solo per essere meglio di quel piccolo sacchetto di plastica usa e getta. La migliore alternativa è la borsa di plastica riutilizzabile che potete acquistare alle casse. Quelle più robuste raggiungeranno il punto di pareggio ambientale dopo 20 utilizzi ovvero in meno di 6 mesi consecutivi di spesa. Dopo il primo semestre tutto quello che segue è un guadagno per l’ambiente. Questo è per chi odia la plastica. Ovviamente non è tutto rose e fiori quando si parla di plastica. Torniamo ai rifiuti di plastica abbandonati sulle spiagge e negli oceani. E’ terribile, lo è davvero. Ma possiamo dare la colpa alla plastica, al materiale, per questo? Se siete imprigionati in un enorme ingorgo di traffico perché qualcuno ha parcheggiato in mezzo alla strada bloccando tutto, date la colpa all’automobile? Oppure all’idiota che l’ha lasciata lì? Le ricerche dimostrano che oltre l’80% dei rifiuti è intenzionale e provocato da singoli individui come siamo tu e io, tesoro. Noi, i consumatori. Non è colpa dell’industria cattiva non è colpa della plastica, è colpa nostra. Allora, cosa dovremmo fare? E’ chiaro che non è sufficiente dire basta, smettiamola di buttare via. La spazzatura è una realtà, e gli idioti abbondano Dovremmo vietare la plastica per proteggerci dalla nostra idiozia? Gli scienziati hanno fatto due conti. Se dovessimo vietare tutti gli imballaggi in plastica e sostituirli con alternative di carta, vetro e alluminio, la quantità di materiali richiesti, la quantità di energia richiesta e le conseguenti emissioni di CO2 sarebbero immense. E noi, come società, stiamo cercando di ridurre le emissioni non di aumentarle. Quindi, vietare la plastica non è sicuramente la strada da seguire. E allora? Che fare? Siete confusi? Siete demoralizzati? Non lo siate. Siate critici invece. Non lottate ciecamente contro la plastica solo perché di plastica sono i rifiuti più visibili. Rendetevi conto che la plastica è una risorsa funzionale e preziosa che dobbiamo mantenere nel ciclo dei materiali. E rendetevi conto anche che avete poteri, forse anche superpoteri. Voi siete i consumatori, potete guidare il mercato verso la sostenibilità se lo fate insieme. Ultimo esempio. Lo sapevate che le bottiglie di colore scuro come quelle utilizzate per alcuni detersivi sono difficili da riciclare? E’ così perché nello smaltimento automatico delle bottiglie i colori scuri non vengono riconosciuti quindi vanno nella spazzatura. I produttori lo sanno, eppure continuano a immetterle sul mercato. Perché? Perché sono più attraenti e il marketing dice che le preferiamo alle bottiglie bianche. Se non acquisterete più imballaggi in plastica difficile da riciclare nessuno li produrrà più. Se non acquisterete più i biscotti confezionati singolarmente, nessuno li produrrà più. Se esigete che il negozio ritiri i sacchetti di plastica e la pellicola trasparente per riciclarli vi ascolteranno. Quindi per favore riabilitate la plastica, riabilitatela nelle vostre percezioni e nelle vostre azioni. La reputazione negativa della plastica è dovuta solo a una credenza popolare. Controllate i fatti. Siate protagonisti, non odiatori”.

Contributo by Cristian Angeli – https://www.youtube.com/watch?v=8pvtzlYoFN4

 

Salva un sacchetto, salva l’ambiente.

Anche nel 2021 CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, in collaborazione con FIDA, Federdistribuzione e Confommercio, promuove la campagna di educazione ambientale “Salva un sacchetto. Salva l’ambiente”. Dallo scorso 15 marzo, molte catene della Grande Distribuzione italiana, oltre alla piccola e media distribuzione, hanno dato il via alla campagna promozionale per un utilizzo responsabile dei sacchetti per la spesa. L’obiettivo principale dell’iniziativa è far comprendere l’importanza della corretta gestione del ciclo di vita dei sacchetti di plastica e bioplastica.

“Il nostro comportamento di ogni giorno può fare la differenza nel combattere gli sprechi, per poter gestire correttamente il fine vita di un numero sempre maggiore di imballaggi. E’ parte del ruolo istituzionale del Consorzio promuovere modalità di utilizzo e recupero dei sacchetti corrette e virtuose. Il loro abbandono va combattuto con iniziative concrete e con un’adeguata attività di informazione e sensibilizzazione”. Così commenta la campagna #controglisprechi Luca Ruini, Presidente CONAI.

Nel corso dell’iniziativa verrà posta l’attenzione su tre tipologie di sacchetti: quelli in bioplastica per gli alimenti sfusi (utilizzati principalmente nei reparti di ortofrutta), quelli in bioplastica per il trasporto delle merci acquistate (distribuiti solitamente alle casse dei supermercati) e quelli in plastica tradizionale da riutilizzare più volte per la spesa. I primi due modelli si possono riusare per la raccolta differenziata dell’organico dei rifiuti domestici, in questo modo torneranno in natura sotto forma di compost. La terza tipologia di sacchetto, una volta rotto, va differenziato nella raccolta della plastica.

Grazie all’attività del sistema COANI, nel 2019 in Italia è stato riciclato il 70% dei rifiuti provenienti dagli imballaggi. Per approfondire e aiutare a diffondere il messaggio #controglisprechi è disponibile un video dedicato a questa interessante iniziativa.

Per maggiori informazioni: https://www.conai.org/comunicazione/shopper/
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=xE_Gv-o4yxU

 

Plast 2021

Plast è il Salone Internazionale delle Materie Plastiche e della Gomma, un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore che ogni tre anni presenta macchine, attrezzature, materiali e prodotti innovativi. Un appuntamento importante che propone diverse attività e numerosi progetti esposti all’interno di saloni-satellite dedicati alle eccellenze del comparto. Nel corso della manifestazione i visitatori, oltre ad avere modo di apprezzare le ultime novità dell’industria di materie plastiche e gomma, hanno anche la possibilità di visitare esposizioni dedicate a diversi settori affini come la stampa, i materiali, l’imballaggio e altri segmenti di un settore in costante trasformazione. Quest’anno l’appuntamento sarà da martedì 22 a venerdì 25 giugno 2021. 

Di seguito il link al Comunicato stampa ufficiale: CS PLAST 2021_nuove date
Per avere maggiori informazioni e restare aggiornamenti consigliamo di consultare il sito internet istituzionale www.plastonline.org 

Interno del Plast Salone Europeo delle materie plastiche e della gomma alla Fiera di Milano nel 1964

Visitatori all’interno di uno dei padiglioni del Plast 1964. In esposizione un prototipo di carrozzeria per automobile completamente realizzato in materiale plastico.  Archivio Storico Fondazione Fiera Milano https://archiviostorico.fondazionefiera.it/oggetti/48069-interno-del-plast-salone-europeo-delle-materie-plastiche-e-della-gomma-alla-fiera-di-milano-nel-1964